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Scuole senza confini: l’esperienza di Toronto

Da Novellara UGUALI E DIVERSI di Elfi Reiter – Il Manifesto

«Questo è uno dei più grandi licenziamenti dal dopoguerra, altro che Termini Imerese!», ha detto Raul Daoli, sindaco (Pd) di Novellara parlando della riforma della scuola pubblica, uno dei temi forti della terza edizione del festival Uguali_Diversi dedicata alle analisi e riflessioni sul mondo giovanile, svoltasi dal 10 al 12 settembre in contemporanea nel suo comune e nella vicina Correggio sotto il titolo giovani.con_futuro cercasi. Non condividendo questo attacco alla scuola, per altro ingiustificato visto che il rapporto Ocse ha classificato l’Italia tra i paesi che spendono meno per istruzione e ricerca, il sindaco vi vede piuttosto la volontà di distruggerne la funzione pubblica orientata a costruire una società che crea uguaglianza. La diminuzione del numero di insegnanti compromette la rete sociale attorno, per cui il recupero dell’eventuale spreco va gestito in base al territorio (come era stato fatto nel suo comune unendo alcuni piccoli istituti in uno più grande, organizzando al contempo un servizio bus di raccolta dei bimbi abitanti nelle zone rimaste sprovviste), e non considerato “piaga sociale” per mandare a monte l’intero sistema scolastico.
Il festival voleva soltanto aprire la discussione, in quanto il vero confronto (come già nelle scorse edizioni) inizia dopo: giorno per giorno. Daoli sente la minaccia che incombe sui bimbi in una zona che conta oltre il 18% di immigrati di cinquanta nazionalità diverse creando una complessità notevole nel tessuto sociale. Sorge spontanea la domanda: come gestire la scuola? Perché con genitori che credono che l’inserimento di bambini stranieri nelle classi crei degli handicap ai loro figli, tutto ciò genera un mix esplosivo. Basta pensare che nelle classi dell’Istituto Comprensivo Novellarese il 36% degli alunni non sono “italiani”. Ma l’amministrazione pubblica non si è pianta addosso e raccogliendo il problema come sfida, assieme a docenti e collaboratori vari ha attuato una grande trasformazione. Certo, il festival genera anche voci critiche essendo nato proprio per affrontare i temi del dialogo interculturale (anche con visite al tempio sikh e alla moschea) al fine di trovare soluzioni e avvicinamenti di fronte a reazioni xenofobe e separazioni.

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«Punjabi, arabo e cinese Così la scuola è per tutti» – Intervista ad Edie Pavarini, dell’Istituto comprensivo

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Leggi l’intervento di Vania Tagliavini